Il reostato S. E. C. I. Milano 31.5Ω 10A in tutta la sua enormità. L'etichettina "LO R" appicicata tra i due morsetti
di destra è un'aggiunta del Beppe, della cui memoria si è già detto in un'altra pagina, per ricordare a
quali morsetti fa capo la parte del reostato realizzata con una poderosa piattina invece che col normale filo usato nella parte
restante a più alta resistenza.
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Per evitare di dover fare acrobazie a base di tester vari collegati in modo più o meno instabile al reostato per misurare
la tensione e la corrente forniti da un alimentatore privo di strumenti, il Beppe ha costruito in una scatoletta che vagava per
il laboratorio un bel voltmetro/amperometro dotato di tanti bei morsetti a cui collegare il reostato e l'apparato in prova.
Lo strumento è uno di quei voltmetri/amperometri digitali cinesi 100V/100A dotati di shunt esterno, alimentato con
un po' di batterie inserite all'interno ricaricabili mediante una presa posta sul pannello posteriore. Nella foto, a puro
scopo documentativo, li si vede collegati al Farnell TSV70 MK2. Non fate caso ai fili marrone e blu, evidentemente previsti per
impianti elettrici, utilizzati per realizzare i cavi di connessione; semplicemente erano gli unici di sezione vagamente
adeguata che il Beppe aveva sottomano.
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Il reostato smontato dal contenitore durante la revisione e la pulizia dello stesso. Si vede come la parte a più
bassa resistenza sia realizzata mediante una piattina, mentre la parte terminale a più alta resistenza sia il solito filo.
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[Didascalia foto 4]
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