Il laboratorio di I1EPJ
L'alimentatore FARNELL TSV70 MK2


Questo è probabilmente lo strumento più pesante che il povero scaffale deve reggere, anche se da quel punto di vista è una bella lotta con il variac RTK ed anche il R&S CMTA54 (26 kg) e l'HP 3586A (23 kg) non scherzano. Il manuale sostiene che l'oggetto pesa 57.751 lbs, ovvero 26.2 kg. Si tratta di un robusto (per dire poco) alimentatore in grado di fornire 10A tra 0 e 35 V di uscita e 5 A tra 0 e 70 V, per una potenza massima totale di 350W. I due intervalli di uscita si scelgono mediante un commutatore, che commuta automaticamente anche il fondo scala degli strumenti (analogici) che indicano tensione e corrente. Qualcuno sostiene che questo sia un difetto, perché, se non si sta attenti a cosa indica la manopola del commutatore in questione, è facilissimo alimentare a 48 V qualcosa che andava invece alimentato a 24 V. Tensione e corrente massima di uscita, come in tutti gli alimentatori da laboratorio, sono regolabili, la tensione attraverso due manopole, una per la regolazione grossolana, l'altra per la regolazione fine, mentre per la regolazione della massima corrente di uscita è presente una sola manopola. Sono previsti inoltre due morsetti per il sensing remoto della tensione, utili nel caso in cui il carico si trovasse ad una certa distanza. Nel funzionamento normale i due morsetti in questione sono collegati mediante due ponticelli ai morsetti di uscita. È infine presente un interruttore che permette di staccare l'alimentatore dal carico senza doverlo spegnere. Internamente l'apparato è composto da due alimentatori lineari separati 0-35 V 5 A, realizzati a componenti discreti (niente integrati), che il commutatore citato prima pone in parallelo (ottenendo quindi 0-35 V 10 A) oppure in serie (e allora si ottengono 0-70 V 5 A). Ciascun alimentatore ha come stadio finale un parallelo di sei, diconsi SEI, transistori 2N3055, pilotati da un settimo 2N3055. Chi l'ha progettato voleva proprio andare sul sicuro. Il tutto è raffreddato, casomai ne avesse bisogno, da una poderosa ventola PAPST 4600N a 115V, che gira sempre alla massima velocità e che, non appena si accende l'apparato, fa sembrare che lo stesso sia sul punto di decollare. Quando il TSV70MK2 è arrivato nel laboratorio del Beppe, tale ventola era l'unico componente che presentasse qualche difetto. Inizialmente non girava proprio, dopo una bella spruzzata di Svitol si è messa a girare in modo abbastanza regolare, ma provocando ogni tanto un baccano infernale, dovuto al cuscinetto a sfere (o boccola, o quel che è) ormai invecchiato e rovinato dal tanto girare. Fortunatamente non ci sono stati problemi a trovarne un esemplare nuovo ed a sostituirla. La ragione per cui il Beppe si è procurato un simile mostro sta nelle acrobazie a base di alimentatori di vario genere collegati in serie che ha dovuto fare quando si è trattato di riparare il circuito di monitoraggio dell'alimentazione a 48V e lo stadio finale, alimentato da tale tensione, del Debeg 3120. Quel che si dice chiudere la porta della stalla dopo che i buoi sono scappati.


L'alimentatore FARNELL TSV70MK2 in tutta la sua gloria. La manopola che commuta il campo delle tensioni d'uscita è la terza da sinistra. Si nota come il campo 0-35V è marcato in nero, sia sul commutatore in questione che sulle scale degli strumenti, mentre quello 0-70V è marcato in rosso. Si spera che ciò sia sufficiente ad impedire di combinare arrosti, visto che, come si vede, l'indicazione data dal voltmetro può essere interpretata come 20V o 40V; l'unica cosa che decide fra le due è la posizione del commutatore.

[Didascalia foto 2]

[Didascalia foto 3]

[Didascalia foto 4]